Voce del narratore.
I protagonisti di queste fiabe non hanno mai avuto la necessità di investigare le reciproche esistenze secondo canoni istituzionali: non si sono mai curati di sapere cosa l’altro pensasse, facesse o come lì fosse arrivato. E tantomeno di quale sostanza o materia avesse la vita intrisa.
Hanno avuto il riguardo di conoscere i limiti del loro campo di azione, al fine di muoversi incoerentemente e dispettosamente all’interno di esso. Si sono dati delle regole non scritte da non infrangere: pena l'aversi nuovamente.
Guardate dunque ai protagonisti con occhi diversi, con olfatti antichi, con sensi che trovano le loro radici in altre dimensioni e forme. Guardate a loro con altre premesse. Guardate a loro come se vi trovaste appesi per i piedi, con il sangue alla testa e con una visione del mondo capovolta. Immobili. Forzati nella vostra insolita visuale che costringe ad osservare come inermi, insoliti ed insoluti spettatori. Guardate a loro con il vostro cuore.
Non giudicate i protagonisti di queste storie perchè molto a voi hanno da comunicare sulla umana condizione. Non ponete tra le vostre mani lo scettro della giustizia e dell’incorruttibilità: non è materia vostra. Non fatevi giudici di un sentimento inesplicabile e non manifestabile, coperto da un segreto vessillo scarlatto che reca nelle sue iniziali il tormento di cui questo narrare è intriso. Non marchiate i loro abiti con lettere che già con le loro candide mani ossute e operose si sono cuciti addosso. Ma soprattutto non ponete un giudizio che chiude, ma solo ascolto che schiude ed insegnamento potrete trarrre da quello che queste diadi negate hanno da testimoniare con le loro storie di umana decadenza.
Non giudicate coloro che a queste pagine sono adesi, poichè se siete quell’osservatore in saldi legacci avvolto, allora anche voi siete umani ed il loro stesso destino potrebbe attendervi.
Consapevoli della lacerazione che tormenta ed a fuoco marchia le loro anime, nemmeno al loro peggiore nemico augurerebbero il loro fato. Come mano alla ricerca dell’altro sempre tesa. Costantemente protesi a questa loro altra parte, occhi dentro gli occhi. Incessantemente nell’altrui rimestarsi.
Sempre al cospetto dell’altro, vicini al punto di respirarsi, ma senza mai potersi veramente avere.
No. A loro, questo genere di dialogo che voi potreste giustamente ricercare, non è mai interessato.
No. Loro non si curano dei dettagli.
Perchè per loro chi sono, dove sono e con chi sono ora sono solo pretestuosità indifferenti.
Semplicemente sanno perchè già sapevano.
Semplicemente si conoscono perchè già si conoscevano.
Tutti loro, già si conoscevano.
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